Mutuo casa, con le detrazioni un mese lo paga il Fisco. Il tasso fisso conviene
- Dott. Pierleoni Marco
- 12 set 2019
- Tempo di lettura: 3 min

Indebitandosi a trent’anni una rata è gratis grazie alla detrazione Irpef del 19%. Ai tassi attuali il tasso si può sfruttare interamente e apporta una riduzione del costo reale del prestito del 19% grazie alla detrazione sugli interessi passivi fino a 4.000 euro l’anno
Chi risparmia con le detrazioni sul mutuo
Comprare oggi una casa con un mutuo a 30 anni significa pagare le rate da gennaio a novembre. A dicembre offre il Fisco. È l’effetto del vantaggio Irpef, che ai tassi attuali si può sfruttare interamente, e che apporta una riduzione del costo reale del prestito del 19% grazie alla detrazione sugli interessi passivi fino a 4.000 euro l’anno. Il limite per il primo anno ricomprende anche le spese di istruttoria e stipula: in pratica si può arrivare a riavere dal Fisco fino a 780 euro all’anno. Ipotizziamo un finanziamento a 30 anni da 120mila euro in partenza dal 1° maggio prossimo per una casa del valore di 200mila al 2,2%, un tasso un tempo impensabile ma oggi di mercato, come vediamo dalle tabelle di questa pagina. La rata mensile per questo mutuo è di 456 euro: fino a dicembre si pagheranno 1.531 euro di interessi, ai quali si potranno aggiungere spese di istruttoria e notarili fino a un massimo di 2.469 euro ottenendo presumibilmente i 780 euro di vantaggio massimo. Nel 2019 si pagheranno 2.574 euro di interessi, ricevendone indietro 489, 33 più del costo di una rata. E’ vero che il vantaggio scenderà anno dopo anno ma è altrettanto vero che aumenta la quota di capitale restituita a ogni rata e il debito scende sempre più rapidamente. Meno risparmio per chi sceglie durate più brevi. Gli stessi 120mila euro a 20 anni all’1,7% pagano una rata da 590 euro al mese e lo sconto fiscale nel 2019 sarà di 370 euro.
La scelta
Come si vede il bonus fiscale è una ragione in più per scegliere il tasso fisso di lunga durata per chi non ha molti soldi a disposizione. Ma è, specularmente, anche un motivo per chiedere un mutuo breve (variabile o fisso, a seconda della propensione al rischio) quando si potrebbe pagare tutta la casa per contanti. A dieci anni il tasso effettivo, grazie alla detrazione Irpef, infatti, scende addirittura allo 0,5% variabile e sotto l’1% nel fisso. Nella tabella della pagina, che abbiamo elaborato partendo dai dati del broker mutuiOnline.it, vediamo che il gap tra tasso fisso e variabile si è ulteriormente ridotto, anche grazie al ripiegamento nelle ultime settimane dell’Eurirs. Da febbraio a metà aprile infatti sia il parametro ventennale sia quello a trent’anni hanno registrato una riduzione di 15 centesimi di punto. L’Euribor, il parametro dei variabili, invece è statico ormai da due anni, a -0,37% per il valore mensile e a -0,33% per il trimestrale, considerato il benchmark di mercato. Su un mutuo da 120mila euro a 20 anni la differenza di rata mensile tra fisso e variabile è di circa 40 euro, che salgono a 55 nel trentennale. La forbice è così ridotta anche grazie agli sconti proposti dalle banche, che stanno spingendo sul fisso: a venti anni ad esempio il gap si aggira sui 107 centesimi. Significa che le banche stanno facendo uno sconto di 70 centesimi a chi sceglie il fisso. I clienti ne stanno approfittando. Come sottolinea Roberto Anedda, responsabile marketing di mutuiOnline.it . «Nel primo trimestre di quest’anno è ancora salita la quota di richieste a tasso fisso, che hanno toccato il 78,6%, contro il 76% del quarto trimestre 2017 e ormai quattro mutui su dieci hanno durata di 25 anni e oltre». A indebitarsi però non sono i più giovani, il 44% dei richiedenti ha tra i 35 e i 44 anni, e nella stragrande maggioranza (oltre l’82%) si tratta di dipendenti a tempo indeterminato.
fonte (https://www.corriere.it/economia/leconomia/cards/mutuo-mese-paga-fisco-tasso-fisso-ancora-piu-conveniente/chi-risparmia_principale.shtml)
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